Un buon giardino si vede dall’impianto di irrigazione

Spesso e volentieri al ritorno dalle vacanze, specialmente se siamo fortunati da poterci allontanare piuttosto a lungo, ritroviamo prati, piante o giardini completamente secchi. Curare una pianta per tutto l’inverno, vederla rigogliosa in primavera e poi ritrovarsela oramai morta dopo un periodo d’assenza può causare notevoli sensi di colpa. Come evitare tutto ciò? È semplice eppure non banale: organizzando un buon impianto di irrigazione. Prima di assentarci quasi tutti noi ci ricordiamo delle nostre piante e siamo sicuri di aver trovato il sistema giusto poi, puntualmente, al nostro ritorno ci ritroviamo di fronte ad un’ecatombe. Vediamo insieme di conoscere al meglio ciò che offre il mercato per poter organizzare nel migliore dei modi il nostro impianto di irrigazione.

In casa o in ufficio

Uno dei problemi maggiori si incontra quando, dopo aver deciso di scegliere alcune belle piante per rallegrare i nostri interni – siano essi domestici o lavorativi -, ci assentiamo per brevi periodi spesso anche improvvisi. Se all’esterno è intuitivo e abbastanza diffusa l’abitudine di provvedere ad un impianto di irrigazione negli spazi interni spesso si resta interdetti e si abbandonano le piante al loro destino. I più attenti ricordano alcuni rimedi piuttosto rudimentali che si trasmettono da decenni: utilizzare delle bottiglie capovolte, con il tappo forato, che garantisce alle piante una discreta quantità d’acqua che all’occorrenza saranno loro ad assorbire.

Questo è un rimedio piuttosto elementare eppure funziona proprio grazie alla sua semplicità. La tecnologia e l’ingegno però ci vengono sempre in soccorso e sono disponibili sul mercato diverse soluzioni alternative. In primis è possibile utilizzare una semplice evoluzione tecnologica della bottiglia di plastica: un piccolo impianto dotato di gocciolatore posizionato all’imbocco della bottiglia – presente in diverse dimensioni – che è in grado di fornire una prestabilita quantità d’acqua per un periodo di tempo che può arrivare fino ai 30 giorni. Oppure sono disponibili dei veri e propri impianti di microirrigazione da interni, con possibilità di irrigare più di dieci differenti piante contemporaneamente, che sfruttano il collegamento ad una piccola vasca. In entrambi i casi non abbiamo bisogno di connettere gli impianti alla rete idrica della casa né tanto meno all’impianto elettrico: questo garantisce autonomia e piena libertà.

In giardino oppure nell’orto

Completamente diverso è l’approccio all’aperto. In questo caso gli impianti di irrigazione ( www.ab-doo.si) devono coprire metrature maggiori e l’estensione insieme alla pendenza del terreno associata alla diversità delle piante rende piuttosto complessa la progettazione di una rete efficiente. Dovendo valutare anche il diverso costo di ogni impianto si può partire dalla scelta di un sistema manuale oppure automatico e sopratutto se siamo interessati ad una rete interrata oppure in superficie: un sistema automatico e interrato ha due grossi ed evidenti vantaggi, sia in termini di resa sia in termini di impatto visivo, eppure non bisogna dimenticare che questo aumenta i costi.

Interrare i tubi ha un costo e sopratutto rende leggermente più complicato individuare delle perdite e permettere di intervenire tempestivamente. Se stiamo progettando una rete per il nostro orto, invece, potremmo affidarci ad un impianto a goccia dove ogni pianta riceve la sua dose d’acqua calibrata in base alle necessità. È un sistema detto puntuale ed è fortemente sconsigliato nel caso di un prato: lì suggeriamo un’irrigazione a pioggia, detta anche diffusa, che permette di coprire vaste porzioni con pochi irrigatori evitando che alcune zone ricevano più acqua di altre.

Alcune possibili soluzioni

Cerchiamo di andare maggiormente nel dettaglio offrendovi una panoramica delle diverse soluzioni. Se vogliamo una rete semplice, poco costosa e che ci permetta di prenderci cura di persona delle nostre piante possiamo sfruttare un impianto a tubo flessibile collegato ad un rubinetto. Si tratta di una rete manuale, che dovremmo attivare ogni giorno aprendo il rubinetto, che può coprire aree piuttosto ridotte affinché la pressione dell’acqua sia sufficiente a coprire ogni zona: potremmo inserire anche un elemento aggiuntivo come una pistola o un irrigatore a pioggia fermo restando che si tratta di un sistema piuttosto elementare.

Per giardini di dimensioni maggiori potremmo ricorrere ad un impianto vero e proprio, fuoriterra e composto da più tubi collegati a diversi rubinetti. In questo caso possiamo pensare di automatizzare la rete e connettere più elementi eppure la resa finale sarà fortemente antiestetica e sopratutto scomoda nel caso di giardini ad erba bassa: l’impianto andrà rimosso ogni volta che bisognerà tagliare l’erba. Per questo consigliamo un impianto in superficie nel caso di orti o campi coltivati. Nei giardini domestici di grandi dimensioni oppure su grandi prati si prediligono sistemi interrati con degli irrigatori a scomparsa che si sollevano direttamente grazie alla pressione dell’acqua: sono impianti estremamente funzionali e discreti, spesso del tutto invisibili.

Qualunque sia la tua scelta non sottovalutare la fase di progettazione dell’impianto e ricorda che anche un eccesso d’acqua può risultare dannoso per le piante. In linea generale adatta l’impianto alla dimensione e la forma del giardini, tieni conto delle diverse piante e delle loro esigenze, dividi la planimetria in aree, valuta la portata d’acqua e il numero di irrigatori da azionare in contemporanea e sopratutto non dimenticare di programmare l’impianto automatico oppure di attivare manualmente la rete. Ricorda, infine, di dedicare una buona manutenzione al tuo impianto: alle volte è sufficiente una piccola perdita per provocare danni irreparabili.

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